Nonostante i passi avanti e le rivendicazioni femministe, gli episodi di violenze sulle donne e sessismo continuano a verificarsi in ogni parte del mondo.
Fin dalla notte dei tempi le donne sono state al centro di un’opera di discriminazione. Il mondo e la società sono stati deli uomini, i quali hanno mantenuto il loro potere e la loro supremazia. Le donne, relegate al ruolo procreativo, hanno dovuto sottostare alle imposizioni dei padri, dei mariti e dei fratelli. Il sesso debole che non ha mai avuto voce in capitolo, senza avere la possibilità di esprimere le proprie opinioni.
La vita delle donne nel corso dei secoli è stata spesso segnata da eventi prestabiliti: il matrimonio in giovane età, la nascita dei figli, la cura della casa e del coniuge. Non vi era la possibilità di studiare e lavorare, o anche di avere una vita fuori dal contesto familiare. Nelle mura domestiche, tuttavia, non sempre regnava l’amore coniugale. Violenza, soprusi e abusi si consumavano nelle famiglie, da parte di uomini che avrebbero dovuto amare e rispettare. Per secoli, però, non c’è stata altra soluzione che sopportare silenziosamente, a costo di non morire.
Solo nel corso dell’ultimo secolo le donne si sono rese protagoniste di un’opera di rivendicazione. Quello che in tanti etichettano come ” femminismo”, altro non è che un legittimo desiderio di rispetto ed uguaglianza. Un’uguaglianza che, però, appare ancora utopica. Mentre le donne continuano ad impegnarsi per dare il massimo e raggiungere la parità, gli uomini non accettano il cambiamento. Un diniego che si manifesta con episodi di violenza verbale e fisica.
I casi di femminicidio si ripetono, si moltiplicano di giorno in giorno, ricordando al mondo intero quanto sia difficile cambiare le cose. Quando una donna muore per mano di un uomo la società promette di far in modo che non accada più; poi accade di nuovo, segnando il fallimento dell’umanità.
Nella città di New York si sta diffondendo una “tendenza” che vede gli uomini colpire le donne senza motivo. Alcune delle vittime hanno denunciato la vicenda attraverso video pubblicati su Instagram. Una situazione che desta non poca preoccupazione, e la cui matrice va ricercata nel sessismo e nella misoginia.
Sessismo e violenza: il caso delle donne picchiate a New York.
In una delle città più moderne del globo si stanno verificando degli epidosi di violenza ai danni di donne di ogni età ed estrazione sociale. Un rituale che si ripete e che vede gli aggressori scagliarsi contro persone di sesso femminile senza alcuna motivazione. Non vi è stata alcuna discussione o lite a priori, non vi sono state provocazioni da parte delle vittime. Inoltre nulla potrebbe giustificare un atto di violenza. Sono quattordici le donne che hanno riferito di essere state aggredite da uomini sconosciuti, un numero già elevato ma che potrebbe aumentare. Le vittime riferiscono di essere state avvicinate e colpite al volto, riportando danni e tumefazioni.
Nel corso degli ultimi giorni si sta parlando tanto di questa vicenda, interrogandosi sulle possibili cause del fenomeno. Qualcuno riferisce che gli aggressori possano soffrire di patologie psichiatrice. Solo una malattia mentale potrebbe “giustificare” un atto tanto vile e spregevole. Tuttavia le motivazioni psichiatriche potrebbero non essere la vera causa di tali aggressioni.
Il profilo psicologico degli aggressori presenta caratteristiche spiccatamente misogine e sessiste. Uno degli uomini arrestati risulta avere una presenza attiva sui social, dove posta immagini provocatorie di giovani donne. Uno studio, condotto alcuni anni fa dalla rivista accademica Men and Masculinities, ha evidenziato la correlazione fra misoginia e malattia mentale, ponendo l’attenzione sull’abuso di sostanze.
Ad ognuno dei campioni veniva assegnato un punteggio in base alle risposte date. Dallo studio è emerso che il punteggio più alto di misoginia proveniva da coloro che avevano fatto abuso di sostanze.