Nell’ambito della manifestazione ‘Serravalle Jazz’, pregevole e consolidato evento legato alla musica jazz, e non solo, giunto alla XXII edizione, è stato nuovamente presentata la graphic novel che prende ispirazione dalla (dis)avventura italiana di Chet Baker nel 1960 “cinque minuti due volte al giorno” per edizioni Shockdom.
La location era molto suggestiva, si trattava infatti di un incontro con il pubblico nell’ ex oratorio della Vergine Assunta, nel cuore del Borgo Antico di Serravalle Pistoiese. Lorenzo Becciani ha dialogato con gli autori, lo scrittore sceneggiatore della graphic novel, Marco Di Grazia, e il disegnatore Cristiano Soldatich.
Becciani ha scavato a fondo nella storia e ha guidato gli autori e il pubblico nel mondo jazz & Blues del grande musicista.
Nel lontano, ma non tanto, 13 maggio del 1988 un passante trovò il corpo ormai privo di vita di Chet Baker in una strada nel cuore del Red Lights District di Amsterdam. Il trombettista, una delle stelle della storia del jazz, era appena precipitato da una finestra del quarto piano del Prins Hendrik Hotel, l’albergo che aveva scelto per la sua permanenza nella capitale, dove si trovava per una serie di eventi concerto. Quella sera stessa avrebbe dovuto suonare con il sassofonista Archie Shepp, altro nome del jazz internazionale, ma nel club Chet Baker non è mai arrivato.
Se ne andava così un talento straordinario, alla fine di una vita avventurosa, al limite, segnata da grandi soddisfazioni e grandi solitudini.
Ma la storia narrata nella graphic novel ‘ cinque minuti due volte al giorno’, non è la biografia di Chet, si concentra, con sfumature delicate, invece, solo su un periodo della sua esistenza e in particolare quello che si svolge negli anni Sessanta in Italia. All’epoca Chet Baker si trovava nel nostro paese per una serie di concerti e stava vivendo a pieno la ‘dolce vita’ di quegli anni tra Lucca e la Versilia, contornato da fan, auto di lusso, donne, feste e locali.
Il grande jazzista nel 1960 a Lucca fu arrestato per possesso di droga. Subì un processo e venne condannato a 16 mesi di carcere da scontarsi nel carcere cittadino che si trova proprio a ridosso delle mura storiche della bella città.
La storia, romanzata, contenuta nella graphic novel ‘cinque minuti due volte al giorno’, narra appunto di quei giorni e parte da quando Chet, alla fine del processo, chiese al giudice di portare la sua amata tromba con sé, ma il consenso in un primo momento gli fu negato.
Il musicista soffriva molto in cella, per l’astinenza, ma soprattutto per la mancanza della sua amica musica e tormentò il magistrato di richieste fino a che non gli fu concesso di suonare cinque minuti due volte al giorno.
Si dice che all’epoca le persone sentendo quella musica celestiale si riunissero sotto le mura per ascoltare quello straordinario concerto. Quando la voce si sparse, folle provenienti da tutta Italia, e anche dal resto del mondo accorsero per sentire Chet Baker suonare nei suoi cinque minuti. Erano spesso presenti anche musicisti famosi.
Ma come è nata l’idea di questa storia a fumetti? Gli autori raccontano al pubblico che tutto nacque dalla voglia di Cristiano di partecipare al Project Contest di Lucca Comics nel 2016.