Era nell’aria e se lo aspettavano tutti: Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, ha firmato il decreto che punisce il tifo violento impedendo agli ultras di Roma e Napoli di seguire le trasferte delle squadre per 2 mesi.
E la presa di posizione del governo, unita ai provvedimenti individuali presi a carico dei tifosi identificati, è una tra le più dure di sempre.
A pochi giorni di distanza dagli scontri tra i tifosi rivali, che si erano dati appuntamento nella stazione di servizio di Badia al Pino, sulla A1, ieri pomeriggio è arrivata la decisione del governo e, fino al prossimo 15 marzo, i supporter delle due squadre non potranno partecipare alle trasferte.
Tifo violento: daspo, obbligo di firma e trasferte inibite
Una vera e propria guerriglia, quella di domenica 8 gennaio, tra trecento teppisti che si erano dati appuntamento in autostrada, in quella stessa stazione di servizio dove, l’11 Novembre del 2007, perse la via il tifoso laziale Gabriele Sandri. I napoletani stavano raggiungendo Genova, per la sfida contro la Sampdoria, mentre i romanisti erano in viaggio verso il capoluogo lombardo, per la partita contro il Milan.
Attraverso chat e passaparola, l’appuntamento per una sorta di redde rationem, una vera e propria resa dei conti, è stato fissato in un “Mezzogiorno di fuoco”. All’ora di pranzo si sono scatenati, pestandosi a sangue, danneggiando anche vetture di incolpevoli automobilisti in transito e bloccando, per ore, il tratto dell’autostrada A1 tra Monte San Savino ed Arezzo.
Tifo violento: sequestrato un arsenale tra spranghe, catene, lacrimogeni e coltelli.
Un arsenale in piena regola, quello che si erano portati dietro gli ultras: spranghe, cinghie, lacrimogeni, aste delle bandiere. Oltre, ovviamente, a coltelli, manganelli, catene e sassi raccolti all’ultimo momento. Insomma, tutto il corredo di ordinanza. Perché il tifo violento prevede un’organizzazione criminale a tutti gli effetti. Un vero miracolo che non ci sia scappato il morto. Solo un ferito. Arrestato.
Con le indagini ancora in corso e Daspo che pendono sulla testa degli ultras scatenati, è arrivato il decreto che proibisce, tout court, ai supporter di Roma e Napoli di seguire le loro squadre nelle trasferte dei prossimi due mesi. Tutti puniti, sia i sostenitori del tifo violento, meglio se a mano armata, sia quelli che, invece, vanno allo stadio solo per gustarsi un’ora e mezza di sport. E’, comunque finita molto meglio di quanto si aspettassero le tifoserie, che temevano l’allontanamento dagli stadi fino alla conclusione del campionato.
Tifo violento, i provvedimenti prima di Napoli Roma del 29 gennaio
Gli ultras partenopei guarderanno soltanto in tv le prossime trasferte contro Salernitana, Spezia, Sassuolo ed Empoli. I romanisti salteranno gli appuntamenti a La Spezia, Napoli, domenica 29 gennaio, Lecce e Cremona. Per decisione del Viminale, quegli stadi, dovranno sbarrare i settori riservati agli ospiti e non si potranno vendere biglietti ai residenti nelle province di Roma e di Napoli.
Un provvedimento molto simile a quello adottato, nel 2014, dal ministro dell’Interno dell’epoca, Angelino Alfano. In quell’occasione, la decisione era diretta a colpire i tifosi bergamaschi dell’Atalanta, puniti per tre mesi dopo i tafferugli scoppiati alla fine della partita con la Roma, il 22 Novembre dello stesso anno.