L’acqua di San Giovanni è una tradizionale pratica di purificazione e benessere che affonda le sue radici in antiche usanze pagane e religiose.
Questa usanza, diffusa principalmente in Italia centrale, prevede la raccolta di una varietà di erbe e fiori spontanei dopo il tramonto del 23 giugno, la notte prima della festa di San Giovanni Battista. Questi elementi vegetali vengono immersi in acqua e lasciati all’aperto per tutta la notte, in modo che possano assorbire la rugiada e le energie positive della notte di San Giovanni.
La mattina del 24 giugno, l’acqua così caricata di proprietà benefiche viene utilizzata per lavare viso, mani e corpo, in un rituale di purificazione e rinascita. Si crede che quest’acqua possa apportare benefici alla pelle, allontanare i malanni e favorire il benessere psico-fisico.
Tra le erbe e i fiori più comunemente utilizzati per preparare l’acqua di San Giovanni troviamo l’iperico (o “erba di San Giovanni”), la malva, il rosmarino, la lavanda, la salvia, l’assenzio, la ruta, il finocchio selvatico, il sambuco, la verbena, la rosa, la menta, la camomilla e la passiflora. L’iperico in particolare è considerato indispensabile, in quanto si ritiene abbia la capacità di scacciare gli spiriti maligni.
Questo rituale affonda le sue radici in antiche credenze pagane legate al solstizio d’estate e al culto della natura, ma è stato successivamente incorporato nelle celebrazioni cristiane di San Giovanni Battista.
Rappresenta quindi un affascinante esempio di sincretismo tra tradizioni diverse, in cui l’elemento dell’acqua come simbolo di purificazione è centrale.
Preparare l’acqua di San Giovanni è un’attività semplice e accessibile a chiunque, che può rappresentare un momento di raccoglimento, relax e connessione con la natura. [3] Attraverso questo rituale, si può riscoprire il legame ancestrale tra l’uomo e l’ambiente circostante, e ritrovare un senso di equilibrio e benessere interiore.
Ecco come si è evoluta la tradizione dell’acqua di San Giovanni nel tempo.
La tradizione dell’acqua di San Giovanni si è evoluta nel tempo, mantenendo però le sue radici antiche e il suo significato simbolico di purificazione e benessere.
Originariamente, questa usanza era legata al mondo contadino e al solstizio d’estate, un momento dell’anno considerato magico e carico di energia positiva. I contadini preparavano l’acqua di San Giovanni per proteggere i raccolti e allontanare le calamità, raccogliendo erbe e fiori spontanei dopo il tramonto del 23 giugno e lasciandoli in acqua all’aperto tutta la notte.